Ascesi

Una bambina ricevette un giorno un braccialetto in regalo da sua nonna. Un oggetto scelto con amore, donato con un sorriso fiero. Ma a lei, quel braccialetto non piacque. Non lo indossò mai. Lo ripose in una scatola, e la scatola finì in cantina, tra le cose dimenticate.

Anni dopo, sua nonna non c’era più. E fu allora che sentì il bisogno di rivedere quell’oggetto. Non per il suo valore, ma per ciò che custodiva: il ricordo di quel gesto, di quello sguardo.

Scese i gradini che portano alla cantina, dove il cielo non si mostra e l’aria resta immobile. Tra quelle tenebre polverose, cercò una cassa sepolta sotto strati di oggetti dimenticati. La aprì, alla ricerca non di un braccialetto, ma di quel ricordo lontano.

Non auguro a nessuno di dover cercare i propri ricordi più cari in un luogo tanto inospitale. L’obiettivo era restituire valore a quei ricordi e sottrarli agli spazi dimenticati — cantine, soffitte, angoli nascosti — riportandoli all’interno della casa in modo discreto e dignitoso.

Per questo nasce Ascesi: un contenitore pensato per custodire oggetti che agli altri possono sembrare insignificanti, ma che per noi valgono tutto — la cartina di una caramella regalata da un compagno di scuola, il biglietto del treno del primo viaggio fatto da soli, un foglietto con una frase scritta a mano da un fidanzatino dell’infanzia. Frammenti di vita quotidiana che raccontano chi siamo stati.

La forma è verticale e totemica: cinque moduli sovrapposti, ciascuno diverso, che rappresentano i capitoli della vita, dall’infanzia fino all’ascesa. L’ultimo modulo è piccolo, conico, orientato verso l’alto. Simboleggia il graduale distacco dal mondo materiale. È da qui che nasce il nome Ascesi.

“Ascesi” è un invito a custodire ciò che conta davvero, a spostare il senso dal possesso alla memoria, dal materiale all'immateriale. È pensato anche come lascito: un oggetto da affidare a chi resta, affinché possa, attraverso esso, ricostruire la trama della nostra vita.